Ma se scattare e “fermare” un’emozione è difficile, bloccare le proprie, per chi non si è mai sottoposto all’autoritratto, comporta un enorme sforzo.
Allora provi un nuovo progetto, quello personale, di un cambiamento “estetico” che proverai a portare avanti fino all’estate, e che comporta svariati e ripetuti tentativi con l’autoscatto che conosci a malapena.
E provi nel buio della notte, la mattina davanti allo specchio o poggiato alla parete, quando sei solo e gli impegni lo permettono, con l’idea che se pur non piaceranno a te, potranno sempre piacere a “loro” che un domani, non vorranno solamente rivedere se stessi che crescono, ma avranno piacere di ricordare chi fotografava.
Emozioni e autoritratto
Chi fotografa come me, meglio di me direi, sa che non saranno mai abbastanza le foto che potrai fare, seppur nelle solite ambientazioni incontrate.
Una mattina, nella solita finestra di quel bagno, che è anche la stanza più fotografata, ti trovi a osservare un doppio riflesso tra le mattonelle e lo specchio.
Vedi quella donna che tante volte la si è fermata, forse mai a quell’ora del giorno e con la fascia tra i capelli e come per mimesi ti ricorda un quadro di Hopper.
Emozioni di famiglia
Così provi le stesse emozioni che senti nel guardare gli originali.
É proprio vero, devo dare ragione a Coelho, la nostra vita è fatta di quante più emozioni proviamo, e senza di esse il tempo è solo un orologio che gira.