La vasca
Fotografia / 29 Novembre 2020La vasca
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Vorrei potermi sdraiare nella vasca come una tempo, quando ancora le dimensioni lo permettevano e la mente era libera da pensieri.
Potevi immergerti così tanto da lasciare solo il naso fuori per poter respirare, come un iceberg.
Quando ti immergevi nell’acqua calda e infilavi le orecchie sotto il livello, entravi in un’altra dimensione.
Come in un sogno a occhi aperti. Di quei sogni belli, fatti la notte, di cui non ricordavi il contenuto ma che infondevano in te un senso di piacere per tutta la giornata.
Potevi fissare il soffitto e vedere il cielo azzurro, le nuvole e gli uccelli come immersi nell’acqua del mare.
Se chiudevi gli occhi, invece, potevi ascoltare quel silenzio che ti trasmetteva un senso di pace e di sicurezza, come all’interno del grembo materno.
E poi immergerti completamente tenendo il respiro…
E dopo qualche secondo uscire nuovamente dall’acqua rapidamente, per il bisogno di respirare, facendoti sentire la freschezza della vita. Come per rinascere.
Così provare quell’estasi che ti da la vita quando vieni al mondo, che porti con te nel tempo e che a volte tendi a dimenticare.
Alcuni saggi raccontano di aver riprovato quell’estasi e quella sensazione di rinascita.
Vorrei potermi sdraiare nell’acqua, svuotare la mente, chiudere gli occhi e immergermi.
Resistere fino a sentire la necessità di respirare e quindi uscire fuori dall’acqua e rinascere.
Vivere e avere le possibilità di fare quello che si ama, viaggiare e conoscere.
Vivere di emozioni che solo la vita ti può dare.
Vivere per la famiglia, numerosa. Molto numerosa.
Vivere e lavorare.
Vivere, fotografare e scrivere storie inventate, nate osservando fotografie di un bambino e di una vasca.
L’estasi è un linguaggio che l’uomo ha completamente dimenticato. È stato costretto a dimenticarlo, è stato spinto a dimenticarlo. La società è contro l’estasi e così la civiltà.
(Osho)