Un’insolita esibizione

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Danzare per me è poesia e i miei movimenti i versi che la compongono.

Sono dietro le quinte, fra poco si entrerà in scena.

Salgo sul palco e mi dirigo verso il basamento bianco. Metto il piede destro sopra e con un leggera spinta, un leggero movimento

coordinato tra i gemelli del polpaccio sinistro,  tricipite femorale e muscoli addominali, in un attimo balzo sopra.

Mi giro e provo a osservare il pubblico che attende la mia esibizione e, sebbene sia una cosa già successami altre volte, questa volta non riesco a scorgere niente a causa dei flash dei fotografi. 

Mi concentro sulla musica e su me stessa e inizio a danzare.

Quando danzo è come se tutto il mondo intorno sparisse. Restiamo soli io e la musica e, allora, inizio a girare su me stessa, volteggiare e saltare. Sono leggera come una piuma.

È come se mi proiettassi dentro una favola e mi muovessi come in uno stato di trance che si interrompe al cessare della musica.

Mi fermo, affanno e pian piano respiro.

Sento il cuore che batte forte nel petto e ho molto caldo. 

Piano piano inizio a sentire altri rumori oltre alla musica e finalmente si interrompono i flash che mi permettono di vedere di fronte a me.

Davanti a me c’è solo il fotografo. Non c’è pubblico, non c’è un teatro e non sono in nessuna grande città del mondo ad esibirmi.

Sono in una stanza di una piccola città, in uno studio fotografico e mi esibisco come fosse la più importante delle opere.

Ma un giorno, seduta su una poltrona osservando le foto di quell’insolita esibizione, darò spazio alla mia anima e lascerò che tutti i miei ricordi diventino ancora per una volta pura poesia.

Esseri umani, piante o polvere cosmica: tutti danziamo su una melodia misteriosa intonata nello spazio da un musicista invisibile.
(Albert Einstein)

Model – Daniela Zedda